Le biopsie che parlano

2014-03-22

Negli scorsi mesi abbiamo dato la notizia del rinvenimento di massicce quantità di nanoparticelle di acciaio nelle biopsie di alcuni pazienti tumorali della Valsugana.
Per svilire il significato di questa scoperta la PAT, per bocca dell'allora assessore Rossi, sosteneva che quelle nanoparticelle si troverebbero ubiquitariamente nelle biopsie di chiunque.
Oggi quella affermazione trova una secca smentita: nella biopsia di una paziente tumorale vissuta sempre in Val di Fiemme e Val di Sole le nanoparticelle d'acciaio sono praticamente assenti, il che conferma che invece i pazienti della Valsugana sono stati intossicati dall'acciaieria.
Gli esami da noi esperiti, che non riguardano solo i pazienti tumorali, ma anche la contaminazione ambientale (cfr. pecora di Roncegno e pecora della Val di Fiemme, studio di Iobstraibizer sui muschi, studio di Cappelletti sugli operai che hanno lavorato in acciaieria), mostrano con chiarezza gli effetti anche sanitari di una contaminazione da acciaio, ovviamente proveniente dall'acciaieria, che ha avuto effetti sia sull'ambiente che sulla salute.
Questo risultato è stato ottenuto con mezzi modesti a fronte di un impressionante dispiego di mezzi da parte della PAT, la quale nei vari studi sulla Valsugana, incluso Zaccon, ha speso circa un milione di Euro. Senza riuscire a trovare nulla. Quindi delle due l'una, o ciò è avvenuto per incapacità, o per dolo.
La PAT, durante la recentissima presentazione dei suoi dati a Borgo, ha molto posto l'accento sul fatto di essere stata coadiuvata da diversi istituti universitari e non di vaglia. I termini della questione non cambiano, anzi semmai peggiorano. Vi è poi da considerare che i vari istituti coinvolti avevano frequentemente un ruolo estremamente settoriale, mentre chi tirava i fili dello studio e ne decideva gli ambiti e le metodologie, era sempre la PAT, che ne era il finanziatore e il committente.
Esempio eclatante è proprio la collaborazione con l'ISS, le cui conclusioni risultano solo citate tra virgolette negli elaborati PAT sui biomonitoraggi, mentre non risulta disponibile né un elaborato a firma ISS, né il carteggio relativo allo studio. Inoltre l'ISS, ci ha rifiutato la richiesta di fornirci la mappatura dei congeneri delle diossine nel latte materno, che risultavano diversi tra Trento e Borgo, e sarebbe stato interessante vedere se l'impronta di quelli di Borgo era sovrapponibile a quella dell'acciaieria, dovendo a suo dire rispondere unicamente al suo committente, la PAT, appunto.
Vale anche la pena di sottolineare come l'assessore Gilmozzi, intervenuto a Borgo l'altro giorno, abbia promesso la rimozione di tutti i materiali pericolosi dalle discariche, quando invece il progetto di messa in sicurezza di Zaccon prevede che vengano lasciate in loco quasi tutte le 55.000 t di rifiuti pericolosi.
E' solo propaganda o hanno cambiato idea su Zaccon? Che lo chiariscano.
Per parte mia procederò con le denunce, oltre che per disastro ambientale e reati connessi a carico dell'acciaieria, anche per favoreggiamento e alla corte dei conti nei confronti della PAT. E, alla luce di questi ultimi risultati, sarebbe il caso che il Tribunale Fallimentare ci pensi a fornire una scappatoia ai responsabili di gravi reati, consentendo di chiudere un capitolo societario ultratrentennale con l'artificioso meccanismo della newco, senza alcun concreto stanziamento per risarcire il danno causato.
Colgo l'occasione per ringraziare a nome del Comitato 26 Gennaio, coloro che con le loro donazioni hanno reso possibile questo risultato, che stride con quello che la PAT ha voluto anche recentemente sostenere e cioè che l'acciaieria non avrebbe un impatto significativo su ambiente e salute.
Avv. Mario Giuliano

Corona Perer, direttrice di Giornale Sentire, intervista Mario Giuliano al riguardo.