Al direttore dell'acciaieria interessano i dati scientifici, non le chiacchiere. Anche a noi.

2018-01-20
 
Relativamente alla visita del dr. Olivi, assessore provinciale allo Sviluppo economico e del lavoro della Provincia Autonoma di Trento, allo stabilimento siderurgico di Borgo Valsugana, ora BVS Srl, ed alle dichiarazioni audiovisive fatte da lui e dall’amministratore delegato dell’azienda in alcuni servizi informativi, ci teniamo ad esporre quanto segue. Sapendo di far cosa gradita all’assessore, visto che la visibilità in campagna elettorale è un punto chiave in vista delle prossime elezioni provinciali.
Ci fa piacere innanzitutto che l’assessore ammetta che nel passato lo stabilimento siderurgico, maldestramente collocato in una valle totalmente inadatta dal punto di vista meteo-orografico, sia stato teatro di anni di “speculazioni finanziarie” sulle quali ci chiediamo se vi sia stata conoscenza degli addetti servizi di controllo sin da allora o la notizia sia trapelata solo ora. Sarebbe interessante avere dallo stesso assessore tutti gli elementi relativi a tali speculazioni finanziarie visto che ne riporta la passata esistenza. Ci sorprende come lo stesso assessore, subito dopo, si lagni con un “ahimè” del tramonto di un’idea passata d’industria sebbene lo si possa probabilmente attribuire ad un’incorretta o frettolosa impostazione del concetto. Ci conforta che altresí constati che quest’attivitá debba recuperare credibilitá sociale (ammesso che ne abbia avuta nel passato). Ad ogni modo è suggestivo come nel servizio audiovisivo in cui parla di tutela ambientale, alle sue spalle si sollevino nuvoloni di polveri (di certo non al gelsomino) che, come si vede dalla forte diffusione dei raggi solari che penetrano dalle feritoie del capannone mentre camminano tutti tranquillamente con tanto di casco protettivo, invadono anche l’interno dello stabilimento. Forse sarebbe stato opportuno mettersi anche una mascherina oltre il casco. Auguriamo di cuore all’assessore di non subirne salutari conseguenze.

Per quanto riguarda le affermazioni dell’amministratore delegato della BVS, anche i comitati ambientalisti sono interessati piu a fatti, misure, dati e studi scientifici che a chiacchere. Non per questo stanno tappezzando il territorio di strumentazione di rilevazione delle polveri sottili, stanno videosorvegliando giorno e notte le emissioni diffuse fuoriuscenti dall’area dello stabilimento (a volte utilizzando i frames di scadente qualitá della webcam aziendale per ricostruire dei timelapse), hanno eseguito studi della differenza di concentrazione di PM2.5 nell’aria a stabilimento inoperativo ed operativo dal 2011 al 2017 con dati ufficiali della stessa Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA), hanno fatto eseguire da professionisti indagini nanodiagnostiche di biopsie tumorali di pazienti guariti o deceduti della zona, hanno eseguito con professionisti un’indagine sui muschi per rilevare la presenza di nanoparticelle d’origine siderurgica nella zona, hanno eseguito analisi di matrici organiche ed inorganiche da laboratori tedeschi per la rilevazione di diossine, furani, PCB e metalli pesanti, etc... Se l’amministratore delegato ritenesse queste delle chiacchere, buono a sapersi. Piuttosto gli chiediamo se fosse cosí gentile da spiegarci in modo piú scientifico cosa intenda per rottame “ non pulito” e “non bello” come afferma audiovisivamente e dirci se quello riportato nelle foto scattate nel parco rottami la notte del 22 dicembre 2017 possa rientrare in tale categoria da lui definita.

Anziché parole di scredito sull’operato dei comitati ambientalisti, dal signor amministratore delegato ci saremmo aspettati, sempre in termini scientifici, delle rassicurazioni relativamente alle nuove misure di contenimento delle emissioni diffuse, di abbattimento delle polveri del piazzale scorie e parco rottami, delle misure di contenimento emissioni dentro lo stabilimento e di sicurezza per gli addetti ai lavori, per non parlare di quelle per evitare esplosioni nella fase di sversamento della scoria con proiezione di pezzi all’esterno, della selezione del rottame ed altro. Siamo tutto orecchie.

In attesa di raggiungere i ritmi produttivi degli anni passati (vedasi sottostante tabella estratta dalla Perizia Borroni del 2011), ci chiediamo se le 29mila tonnellate prodotte nel solo mese di novembre (delle 84mila prodotte in questi 4 mesi d’attivitá), quindi il 35% sinora prodotto dalla ripresa della produzione, siano responsabili del piccato peggioramento delle PM2.5 rispetto al novembre 2016, d’inattivitá dello stabilimento.

Nel novembre 2016 lo scarto medio fu di 0.8microgrammi/m3 mentre nel novembre 2017 lo scarto medio fu di 3.7microgrammi/m3 sopra la media provinciale fatta con le misure di Trento e Rovereto (dati APPA), tra l’altro, cittá rispettivamente con 100000 e 40000 abitanti...